

|
|
Una
nuova generazione di artisti |
|
|
Pur
non avendo la fama artistica di Parigi, Marsiglia ha visto passare,
nel corso degli ultimi due secoli, alcuni fra i più importanti
pittori della modernità. Cézanne e Braque hanno posato
il loro cavalletto sulle colline dell’Estaque. Paul Signac,
Oskar Kokoschka e Nicolas de Staël hanno dato, ognuno secondo
la propria sensibilità, la loro visione del porto di Marsiglia.
Il grande Nadar vi ha aperto il suo studio di fotografia negli ultimi
anni della sua lunga vita. E Lazlo Moholy-Nagy, il fondatore del
bauhaus, ha visto nel Pont Transbordeur (fatto saltare con la dinamite
nel 1943) un simbolo dell’architettura moderna. |
|
Ancora oggi, i suoi cliché in bianco e nero ci riportano
alla memoria la vitalità audace di questa città nel
primo quarto del ventesimo secolo. Qualche anno più tardi,
accoglierà alcuni fra i più eminenti membri del gruppo
dei surrealisti (André Bréton, Max Ernst, Hans Bellmer,
André Masson), esuli che il diplomatico americano Varian
Fly si sforzerà di sottrarre al giogo nazista.
|
|
|
|
Tali illustri
viaggiatori non devono farci dimenticare il lungo elenco dei pittori
locali che hanno catturato, spesso con grande talento, scene di
vita marsigliese, applicandosi nel riportare dettagli urbani che
ci appaiono oggi come altrettante testimonianze storiche. |
|
Tra
questi, citiamo (in modo non esaustivo) Lombard, Ponticelli, Seyssaud,
Baboulène, Autran, Ferrari, Verdilhan o Ambrosiani. Quanto
a César, autentico marsigliese se è il caso, dobbiamo
ricordare che le sue compressions hanno rivoluzionato la scultura
contemporanea? Guardiamoci, tuttavia, dal parlare di una “scuola
marsigliese”, in quanto abbiamo senz’altro piuttosto
a che fare con delle individualità dalle differenze stilistiche
ben marcate e unite soprattutto da un comune slancio per questo
crogiolo del Mediterraneo carico di secoli e di passione. |
Agli
albori del ventunesimo secolo, questa situazione non è realmente
cambiata. Marsiglia resta più che mai un vivaio artistico
di un’incredibile ricchezza, in cui si attivano centinaia
di plastici negli atelier o in allestimenti pubblici come le “friches”,
vecchi insediamenti industriali, che mettono loro a disposizione
spazi a misura delle loro ambizioni. Quello che, invece, è
cambiato, sono i mezzi tecnici con cui lavorano questi artisti (e
che non differiscono di molto da quelli impiegati a Berlino o a
New-York). |
|
|
Ma
è soprattutto lo sguardo che questa nuova generazione porta
sulla città. Marsiglia per loro non è più oggetto
di ammirazione estetica, bensì piattaforma per comprendere
e concepire artisticamente la diversità del mondo, restituendo
così l’antica città focena al suo cosmopolitismo
millenario. Personalmente, il mio frequentare da non pochi anni
gallerie ed altri luoghi di esposizione mi ha condotto a distinguere
alcuni creatori, uomini e donne, giovani e meno giovani, ma tutti
dotati di un potenziale artistico che non domanda altro che crescere.
Che lavorino nella pittura, la scultura o la fotografia, hanno in
comune un impegno sincero che mi auguro di promuovere, persuaso
che, tra di loro, si trovi almeno un artista importante del secolo
che sta cominciando; una di quelle personalità su cui, come
si dice, l’avvenire dovrà contare. Vi invito senza
più indugiare ad andare alla scoperta della loro espressione
e del loro percorso.
|
|
Jacques
LUCCHESI, giornalista-critico d’arte |
|